P I F F E L A N D I A
SONO PIFFE.....
BENVENUTO A PIFFELANDIA. ISCRIVENDOTI AVRAI LA POSSIBILITA' DI INTERAGIRE. POTRAI TROVARE GLI ARGOMENTI CHE PIU' TI INTERESSANO, O APRIRE NUOVE DISCUSSIONI.
NON COSTA NULLA E SE NON VUOI SCRIVERE NEL FORUM, SCENDI IN BASSO E CONNETTITI ALMENO ALLA CHAT BOX.... Wink
BUON DIVERTIMENTO. Social Game e altre considerazioni sui Videogame Immagi10
P I F F E L A N D I A
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

P I F F E L A N D I A

Ven Mag 17, 2024
 
PortaleIndiceUltime immaginiCercaRegistratiAccediTHE WALL
CIAO Ospite PER SCOPRIRE TUTTO DI QUESTA CITTA' CONNETTITI ALLA CHATBOX IN FONDO ALLA PAGINA
ENTRA NELL'AREA ANONIMA E SFOGATI CON GLI ALTRI ANONIMI! CLICCA QUI
NASCE OGGI IL BLOG DI PIFFELANDIA. SI CHIAMA "ROMPIFFCOGLIONI" CLICCA QUI

Condividi | 
 

 Social Game e altre considerazioni sui Videogame

Visualizza l'argomento precedente Visualizza l'argomento successivo Andare in basso 
AutoreMessaggio
Ricky-One
C.L'.A.N.
C.L'.A.N.
Ricky-One

Messaggi : 2593
PIFF€ : 4710
Data d'iscrizione : 06.07.10
Età : 32
Località : Verona

Social Game e altre considerazioni sui Videogame Empty
MessaggioTitolo: Social Game e altre considerazioni sui Videogame   Social Game e altre considerazioni sui Videogame Icon_minitimeMer Dic 01, 2010 12:26 pm

I videogiochi social, quelli di Facebook per intenderci, piacciono aparecchie persone – 360 milioni solo per i titoli by Zynga, comeFarmVille e FrontierVille. Numeri da capogiro, con un business perZynga e compagnie affini di miliardi di dollari.

Ma non piacciono ai giocatori veri, quelli per cui i videogame non sono solo un tappabuchinelle pause in ufficio o un clic-clic-clic da automi. Basta girare iforum per farsene un'idea: il disprezzo è generale, e anzi per molti di loro sono una delle666 incarnazioni di Satana in terra. E spesso non piacciono nemmeno aquegli sviluppatori che faticano come bestie per realizzare buoni prodotti per PC e console.

Perché? Le questioni sono in sostanza tre. Uno: i social game sono semplicistici, sciocchi e ripetitivi, e sviliscono la dignità che i videogiochi hanno conquistato, afatica, dopo decenni di emarginazione rispetto agli altri media. Due:sono concepiti appositamente per creare dipendenza, che è una cosa ben diversa dal coinvolgimento. Tre: sfruttano le microtransazioni, un modello economico in sé interessante, mache in questi casi rischia di trasformarsi in una pericolosa idrovoradi denaro a discapito di persone deboli. Combinate in particolare il punto due e il punto tre, ed ecco che le preoccupazioni diventano comprensibili.

Gamespot ha approfondito la questione intervistando alcuni sviluppatori di primo piano, per capire cosa pensano della questione. Edmund McMillen, creatore di Super Meat Boy, ci va giù durissimo: " I social game tendono a utilizzare sistemi di manipolazione infidiper irretire la gente, che è così invischiata da spendere soldi veriper cose che non hanno nessuna utilità. C'è una differenza sostanziale tra un gioco coinvolgente e uno che dà dipendenza". E per essere ancora più chiaro paragona l'effetto dei social game a quello del crack.

Sid Meier, il papà di Civilization, è più cauto e non si trovad'accordo con il concetto di giochi che producono dipendenza, diqualunque genere essi siano: " È la parola sbagliata. Come game designer, vogliamo creareesperienze che la gente abbia voglia di giocare e rigiocare […] Nonvorrei che passasse il concetto che è un male se i giochi sono troppobelli. I giochi devono essere divertenti, devono essere coinvolgenti, devono farti venire voglia di giocare". Guarda caso, Meier sta lavorando a una versione per Facebook di Civilization.

Ian Bogost,studioso di videogame e fondatore di Persuasive Games, ha sviluppato ungioco per Facebook, Cow Clicker, che prende in giro i social gamesottolineandone gli aspetti deteriori. In primis le microtransazioni,partendo dalla considerazione che in realtà i giocatori che spendonosoldi nei social game sono una minoranza: " La maggior parte dei proventi di alcune industrie provengono da un numero ristretto di clienti, e di solito sono industrie moralmente discutibili: gioco d'azzardo, alcol, tabacco.

Quando il 90% dei profitti di un gioco viene dal 10% dei giocatori, cosa dobbiamo pensare?". Secondo Bogost la massima "L a gente è libera di fare quello che vuole, non sono problemi nostri", adottata da molto sviluppatori, è quantomeno infelice.

Chris Hecker, sviluppatore di Spore, teme invece soprattutto perl'evoluzione artistica dei videogame, messa a rischio dalla logica digiochi che non puntano sulla qualità del gameplay, ma su fattoriesterni (premi, collezionismo, eccetera) per generare interesse. Allalunga, l'effetto collaterale potrebbe rivelarsi quello di stancare lagente e allontanarla dai videogame. Dice: " La strada per far diventare i giochi la forma d'arte principale del 21esimo secolo non passa da qui, ma dal creare contenuti sempre più profondi e coinvolgenti".

Non mancano ovviamente voci discordanti. Daniel Cook, co-fondatore di Spry Fox, sostiene di adorare il sistema delle microtransazioni, perché permette di provare il gioco gratis e poi di decidere se spenderci dei soldio meno, al contrario della vendita dei videogiochi nei canalitradizionali (i negozi) che quindi opera in modo disonesto. (Nota: male demo cosa esistono a fare?).

Viene d'aiuto qualche nostra integrazione. Il noto ludologo Jesper Juul, a sua volta a capo di una piccola casa di sviluppo,evidenzia un atteggiamento di snobismo diffuso nella comunità deivideogame: " Strumentalizzazione e manipolazione psicologica al solo scopo difare soldi? […] Le critiche contro i giochi social e casual sonoidentiche alle critiche rivolte tradizionalmente ai videogame ingenerale. […] I social game manipolano la testa della gente più diquanto faccia World of Warcraft? Più di BioShock? Più di Shakespeare?Non ne sono sicuro. Come potrebbe una qualunque forma di arte noncoinvolgere la psicologia umana?". Una posizione che merita di essere approfondita.

Nicholas Lovell di Gamasutra sostiene che " Zynga e compagnia hanno trovato il modo di realizzare giochi chepiacciono a una fetta di società più ampia di quella che i giochitradizionali siano mai riusciti a raggiungere. Hanno reso i videogameuna cosa per tutti. Non è ora di rendergliene merito?". Il game designer Charles J. Pratt rileva in un twit: " Forse i social game sono odiati perché rendono evidente che lacultura del PC e delle console ha perso il controllo del mondo deivideogame".

Tuttavia, anche gli sviluppatori più critici di cui sopraconcordano su una cosa: i social game in quanto tali non devono esserenecessariamente spazzatura. Realizzare titoli su Facebook di buonaqualità, e più responsabili dal punto di vista sociale, si può fare. Citroviamo ancora in una fase sperimentale, come dice Sid Meier: " I primi giochi della storia non erano granché, e nemmeno i primigiochi in Rete erano come quelli che vediamo oggi. Dateci il tempo diesplorare questa tecnologia e vediamo cosa salta fuori".

FONTE:WIRED.IT
Torna in alto Andare in basso
http://landalunare.wordpress.com
 

Social Game e altre considerazioni sui Videogame

Visualizza l'argomento precedente Visualizza l'argomento successivo Torna in alto 

 Argomenti simili

-
» Socl: Il Social di Microsoft
» Vinci i biglietti per "The social network" con Blockbuster
» Grafica Videogame
» videogame pericolosi?
» Videogame - Chi è il più carismatico?
Pagina 1 di 1

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
P I F F E L A N D I A :: All'aria aperta :: VIRTUAL PARK :: Informatica-