PALERMO - Il piccolo Samuele è arrivato all'ospedale Di Cristina in
condizioni gravissime e con problemi respiratori. Sulle manine e le
braccia aveva delle bruciature, nel sangue è stata trovata una gran
quantità di cocaina, sul viso grossi ematomi. I medici del pronto
soccorso sono rimasti sbalorditi davanti a quel bimbo di 18 mesi. Lo
hanno soccorso immediatamente e per ora sono riusciti a strapparlo alla
morte. La prognosi è riservata, il bambino rimane ricoverato nel reparto
di Rianimazione.
La Procura sulla vicenda ha aperto
un'inchiesta e, dopo un lungo interrogatorio, per la madre del bambino,
25 anni, tossicodipendente, il pm Carlo Marzella ha disposto il fermo
per maltrattamenti aggravati. Indagato per lesioni colpose e cessione di
droga, invece, il convivente della donna, anche lui tossicodipendente.
Il piccolo è stato affidato momentaneamente ai medici dell'ospedale. La
madre, però, durante l'interrogatorio ha negato di essere
tossicodipendente e ha chiesto di sottoporsi a un prelievo di sangue per
fugare i dubbi di polizia e magistrato.
Si sta cercando di
ricoscostruire come il bambino ha ingerito la droga. Una prima ipotesi è
arrivata solo nella fase finale dell'interrogatorio, quando l'uomo ha
detto di aver lasciato per casa un sacchetto con della droga. "Quando
sono tornato in camera - avrebbe raccontato - mi sono accorto che la
cocaina non c'era più". I conviventi, in un primo momento, hanno anche
giustificato i lividi sul viso del figlioletto accusando un altro dei
loro figli. "È stato lui a maltrattarlo. Le bruciature sulle manine? Se
l'è provocate con l'accendino", hanno detto, ma i medici della
Rianimazione non ci hanno creduto. La polizia è arrivata in ospedale
dopo una chiamata del personale medico.
"Non vedevamo queste
cose da anni. Siamo rimasti allibiti per questa violenza", dicono i
medici dell'ospedale Di Cristina che hanno anche eseguito una visita per
escludere abusi sessuali. Sette anni fa un neonato della stessa età
morì nell'ospedale Di Cristina per overdose. La mamma, in carcere per
droga, gli somministrava la cocaina durante i colloqui per provocare
malori al figlio e usufruire dei permessi per assisterlo. Purtroppo,
dopo l'ennesima somministrazione di droga, il bambino andò in coma e
morì poco dopo.
FONTE: PALERMO.REPUBBLICA.IT
... Iniziano sempre prima a sniffare eh?
Ma come stanno questi...bah...