Il proibizionismo, che è una illegittima interferenza da Stato
autoritario nella libertà individuale del singolo, sta provocando in
Italia danni ingenti ai cittadini che tutti i giorni si vedono privati
delle loro libertà individuali e condannati a impietose umiliazioni:
spogliati, perquisiti, processati, condannati e interdetti dai pubblici
uffici.Dobbiamo forse ricordare che l’accozzaglia di normative
contenute nell”attuale legge iper-proibizionista prevede l’arresto e la
detenzione in carcere da 6 a 20 anni di galera per chi detiene o coltiva
canapa?
I cittadini lo sanno che un rapinatore che irrompe in una banca con una rivoltella e la rapina rischia invece da 3 a 10 anni?
E
i cittadini lo sanno che uno stupro, una delle peggiori violenze che si
possano compiere verso l’uomo o la donna, prevede una pena (Art 609
Bis) da 5 a 10 anni?
Qualche giorno fa un 49 enne leccese per aver
coltivato 4 piante è stato condannato a 6 anni e tre mesi. Ma che
giustizia abbiamo in Italia? E nessuno si scandalizza per la repressione
che c’è in atto nei confronti dei tanti cittadini che hanno come unica
colpa quella di coltivare la Canapa?
“Avevo raggiunto l’età delle
seicentocinquanta miglia”. Così esordiva l’incipit del romanzo di
Christopher Priest che nel suo bellissimo libro, Inverted World, ci
racconta di un luogo dove tutto è sovvertito e incomprensibile. Dove il
tempo veniva calcolato in miglia e i luoghi si spostano verso posizioni
che cambiavano sempre. Un mondo rovesciato come la legge Fini/Giovanardi
che rende criminali migliaia di ragazzi per il solo fatto di coltivare
alcune piante di canapa e gli esclude definitivamente dalla società
invece di reinserirli; che non tollera la libertà di scegliere dell’uomo
obbligandolo a nascondersi come i peggiori criminali, anzi peggio, come
degli assassini; che sperpera milioni di Euro per dare la caccia a
ragazzi mentre fumano uno spinello di erba per poi trascinarli in
carcere, toglierli la patente e obbligarli ad inutili percorsi da girone
infernale.
Ma quale società può voler così male al suo prossimo
da inserire queste nauseabonde regolamentazioni all’interno del proprio
codice civile e morale?
Noi crediamo di vivere in un Paese
occidentale, europeo, forse geograficamente si ma politicamente siamo
distanti anni luce dalla Copenaghen che si appresta, a gennaio 2012, a
legalizzare la vendita delle droghe leggere o dalla Repubblica Ceca che
già le ha legalizzate.
Il Paese probabilmente più civilizzato del
mondo, la Danimarca, ha già stabilito che il proibizionismo è una
pratica anacronistica, un relitto del passato che va definitivamente
archiviato per lasciare spazio a un futuro di regolamentazione e
legalizzazione e, soprattutto, di informazione.
Questi sono solo
alcuni dei tantissimi argomenti di cui noi ci facciamo portavoce ma
andrebbero anche ricordati l’utilizzo della canapa a scopo terapeutico e
all’impatto sull’economia che una eventuale regolamentazione
apporterebbe alle disastrate casse dello Stato probabilmente evitando di
reintrodurre l’ICI.
Ma non è più tempo di discutere, è per questo
che è nato il MLA (Liberali Antiproibizionisti) per trasformare le idee
in fatti concreti e tangibili. Inizieremo a gennaio con la raccolta
delle firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che sarà
solo la prima delle nostre iniziative di una battaglia durissima. È
un’era che verrà ricordata e derisa dagli storici come oggi noi
sorridiamo e ricordiamo il proibizionismo negli Stati Uniti degli anni
20 del secolo scorso”.
Augusto Tagliati – MLA (Liberali Antiproibizionisti)FonteLasciando stare i vari motivi per cui io vorrei firmare, legalizzata e tassata normalmente (tipo sigarette e alcol) non darebbe una mano a risanare il debito??
Firmate tutti cazzo, basta essere gli unici ottusi moralisti del cazzo!!