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 A proposito di SMA...

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MessaggioTitolo: A proposito di SMA...   A proposito di SMA... Icon_minitimeLun Ago 27, 2012 8:33 pm

"La cura su Celeste, perché anche altri possano continuare a vivere

La speranza dei genitori di malati di Sma e dei ricercatori per la terapia alle staminali sulla bambina di 2 anni.

Celeste deve continuare a ricevere le cellule di sua madre per continuare a vivere. Il giudice del lavoro di Venezia ha accolto il ricorso dei genitori della bambina di 2 anni malata di Sma (atrofia muscolare spinale) che si erano opposti alla sospensione delle cure cui la bimba veniva sottoposta all'ospedale di Brescia con la onlus Stamina Foundation.

LA TERAPIA DI CELESTE
Celeste Carrer veniva sottoposta da tempo alle infusioni di cellule staminali adulte donate dalla madre. Una terapia «compassionevole», decisa dai dottori dell'ospedale di Brescia come soluzione estrema alla malattia di Celeste. Grazie alla terapia sperimentale, usata per la prima volta in Italia, la bambina sembrava migliorare.

LO STOP DELL'AIFA
Ma il 15 maggio scorso l'Aifa, l'agenzia italiana per il farmaco, dopo un'ispezione dei Nas e degli ispettori nei laboratori dell'Ospedale Civile di Brescia, ha deciso di bloccare le attività dove lavorava la Stamina Foundation (già al centro di un'inchiesta della Procura di Torino) per «l'inadeguatezza» assoluta del laboratorio in cui veniva effettuato il trattamento: non igienico, con cartelle cliniche irregolari, senza accertamenti sul materiale biologico prodotto e senza alcuna sperimentazione clinica ufficialmente autorizzata, si legge nell'ordinanza.

«STAMINALI ALLA BAMBINA»
Il risultato indiretto è stata la sospensione delle cure alla piccola Celeste, che adesso rischiava di rimpiombare nella degenerazione della malattia. Ma mercoledì, nell'attesa del pronunciamento delle autorità sul ricorso fatto dalla Fondazione, il giudice ha stabilito che Celeste deve proseguire con la terapia con le staminali, visto che è in «pericolo quotidiano di vita».

PRIMO CASO IN ITALIA
Soddisfatti i genitori della bimba, e tutti i genitori e familiari di persone affette dalla Sma. «E' il primo caso di una terapia di questo tipo in Italia e, se dovesse avere successo, potrebbe rappresentare una svolta nelle cure per la Sma, finora limitate a carattere di mantenimento», spiega Roberto Baldini. Pensionato di 64 anni di Faenza, nel 1995 ha lasciato il posto in banca per dedicarsi anima e corpo alle cure per sua sua figlia Valentina malata di Sma, e ha fondato l'Associazione per lo studio delle atrofie muscolari spinali infantili (Asamsi), di cui sono soci anche i genitori di Celeste. «Interrompere la cura sarebbe stato deleterio. Celeste sarebbe regredita a com'era prima della terapia. Noi tutti ci auguriamo che la cura si riveli efficace e si possa eseguire su altri pazienti».

LA RICERCA CONTRO LA SMA
Più facile a dirsi che a farsi, visto lo stato della ricerca medica sulla Sma in Italia. «Al momento ci sono tre tipi di approcci allo studio nella cura alla Sma. Il primo è quello farmacologico, che non ha ancora ottenuto grandi riscontri nei confronti di bambini in gravi condizioni», spiega Daniele Bottai, ricercatore in farmacologia dell'Università di Milano specializzato nel trattamento di cellule staminali mesenchimali (lo stesso tipo di quelle che sta ricevendo Celeste) e membro del Comitato scientifico dell'Asamsi. «Il secondo è quello della tecnica dei vettori virali, ancora in fase di test per i molti effetti collaterali che potrebbe provocare».

Il terzo approccio?
«E' quello delle cellule staminali. Ce ne sono di svariati tipi: ci sono quelle embrionali, la cui produzione è vietata in Italia, quelle fetali o quelle adulte».

Quelle utilizzate su Celeste sono del tipo mesenchimali, prese dalla mamma.
«Esatto, sono cellule interessanti, che causano poco rigetto nell'individuo che le riceve. Ma bisogna vedere se avranno un ruolo di sostituzione o un ruolo di stimolo nei confronti dei motoneuroni malati presenti nel corpo della bimba (le cellule deputate alla trasmissione del segnale dal cervello al muscolo, ndr)».

Negli ultimi mesi sono stati registrati dei miglioramenti.
«Sì, si tratta del primo caso in Italia, che ovviamente non può avere valore scientifico».

Poi la terapia è stata interrotta in seguito all'intervento dell'Agenzia del Farmaco.
«Le cellule staminali vengono considerate come veri e propri farmaci. Come una banale Tachipirina, prima di essere "messe sul mercato" devono attraversare tutte le fasi di test: quella preclinica (con la sperimentazione sugli animali), quella clinica e quella di monitoraggio. Servono anni di studi clinici molto accurati».

Anni che Celeste non ha a disposizione.
«Per questo c'è un meccanismo che in casi estremi permette di bypassare le procedure standard per dare il via alle cure. Ma bisogna comunque attenersi a dei requisiti».

Secondo l'Aifa il laboratorio non era igienico e senza protocolli di lavorazione.
«Non posso esprimermi al riguardo. Ma in quanto ricercatore posso sottolineare la fondamentale importanza che rivestono i macchinari e i materiali nella lavorazione delle cellule staminali»."

Spoiler:

Ho i brividi.
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