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 RANDAGI EUROPEI

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MessaggioTitolo: RANDAGI EUROPEI   RANDAGI EUROPEI Icon_minitimeGio Dic 23, 2010 4:43 pm

http://it.peacereporter.net ha scritto:
I bambini di strada di Bucarest sono meno di una volta. Ma solo perché sono cresciuti

Stazione della metro di Costin Giorgeanu, alla periferia est di Bucarest. Enormi
bloc comunisti, tutti grigi, come in mezza capitale ricostruita secondo i canoni
gigantisti del regime di Ceasescu. Dietro un incrocio perennemente trafficato,
lungo i binari abbandonati di una ex ferrovia, si estende una boscaglia incolta.
“Vieni, vieni dentro. Ti mostro dove vivo”, dice Catalin, 15 anni. Dopo un centinaio
di metri tra le erbacce, qualche lampadina illumina una baracca fatiscente. Qui
vive una quindicina di ragazzi, dai 14 ai 30 anni. Dormono per terra, su dei materassi
in comune. Piccoli uomini, ma con un’anima ancora bambina, come evidenziano alcuni
grandi peluche che tengono nella baracca. Dentro e fuori la “casa”, il degrado assoluto: spazzatura,
fogli di giornale, bottiglie dappertutto. Eppure sono organizzati: stendono i
panni su un filo dopo averli lavati in una bacinella, con l’acqua presa da un
autolavaggio.


RANDAGI EUROPEI P5273321Come loro, a Bucarest ce ne sono circa un migliaio. D’inverno si rifugiano sotto
la strada: le porte delle loro case sono i tombini. Non sono fogne, come molti
pensano. Le tubature dell’acqua calda dei bloc di tutta Bucarest passano in quei tunnel sotterranei. I bambini le usano per
riscaldare l’ambiente: nella capitale rumena, d’inverno la temperatura può scendere
fino a 20 gradi sottozero. Alle tubature fanno pure dei buchi, per avere direttamente
l’acqua calda per lavarsi. Si collegano ai pali della luce per avere l’elettricità,
con fili che corrono nei loro cunicoli, per poter usare tv e dvd, anche se il
rischio di scosse e incendi è enorme. Il gelo morde comunque, come la tristezza:
per questo sniffano l’Aurolac, un solvente che costa un euro a barattolo e dà
subito alla testa. Ne versano un po’ in un sacchetto di nylon, da cui aspirano
continuamente. Lo stordimento aiuta a superare la sensazione di freddo, ma l’Aurolac
brucia le cellule cerebrali e le vie respiratorie. Quel temporaneo sollievo che
costa così poco lo paghi, prima o poi.


Il fenomeno dei bambini di strada è esploso all’inizio degli anni Novanta, dopo
il crollo del regime di Ceasescu. Sotto il conducator scarseggiavano anche i più comuni generi alimentari, ma tutti avevano un lavoro
fornito dallo Stato. Con la fine del comunismo, la Romania intraprese un processo
di liberalizzazione economica che lasciò milioni di famiglie senza un impiego.
I più intraprendenti si adeguarono, iniziando a formare un embrione di classe
media. I più poveri, diventarono ancora più poveri. Per molte famiglie era impossibile
mantenere i figli, che finirono così negli orfelinat o trovarono posto in strada. Non esistevano strutture che si occupassero di
loro, anche per la mancanza di personale adatto: Ceasescu aveva abolito le facoltà
universitarie di psicologia e assistenza all’inizio degli anni Settanta. Sono
state riaperte solo nel 1992.


RANDAGI EUROPEI P6054124Le storie di questi ragazzi sono simili. Sono scappati di casa perché figli di
padri violenti e alcolizzati. Oppure sono senza genitori, o le loro famiglie erano
troppo povere, e sono stati affidati a un orfelinat, dove molti dicono di aver subito violenze. Comunque sia, sono fuggiti, scegliendo
di vivere come randagi. A detta loro, non è così male. “A noi vivere qui piace”,
dicono molti del gruppo di Costin Giorgeanu. Di sicuro non fa bene, almeno a vedere
Radu, uno di loro. Ha 18 anni ma ha il corpo di un ragazzino di 11: piccolo, magro,
chiaramente non sviluppato. Sarà alto un metro e cinquanta, peserà 30 chili. Non
è cresciuto perché sniffa e beve come un forsennato, da quando era un bambino.
All’arrivo dell’ospite italiano, Radu è chiaramente fatto e ride continuamente.
Balla con gli altri, beve vino da una bottiglia da 3 litri, batte con un mestolo
su una pentola lercia, si inginocchia a terra per accendersi la sigaretta su un
mozzicone gettato da un compagno. Con lui va parecchio d’accordo Mircea, 30 anni,
da una vita in strada. Ti parla ma non ti ascolta, in un rumeno pasticciato. L’Aurolac
gli deve aver devastato il cervello.

Franco Aloisio lo considererebbe un “irrecuperabile”. Aloisio è un operatore
italiano responsabile di Parada, la fondazione creata dal clown francese Miloud,
che nel 1992 scoprì il fenomeno dei bambini di strada e decise di vivere con loro
per alcuni mesi. Parada cerca di togliere i ragazzini della strada insegnando
loro l’arte circense, dà loro da mangiare, li aiuta nelle pratiche burocratiche,
a patto che i ragazzi si tengano lontani da colla e alcool. Aloisio è a contatto
con questa realtà da quasi dieci anni. E l’ha vista cambiare: “A metà degli anni
Novanta il fenomeno era più massiccio: i bambini di strada erano circa 4.000.
Oggi la cifra è un quarto di quella”, dice. Secondo Mirela, un’operatrice del
centro per ragazzi di strada “Sfanta Macrina”, gestito dalla chiesa ortodossa,
non è vero che il numero è calato: durante il giorno i bambini che elemosinano
soldi sarebbero più di alcuni anni fa. Solo che, alla sera, molti tornano nelle
loro case.


RANDAGI EUROPEI P6054142Per Aloisio, il calo è dovuto a vari fattori. Alcuni di questi ragazzi sono morti,
devastati dalla vita randagia e dall’Aurolac. Altri hanno trovato posto in apposite
case-famiglia, nate negli ultimi anni per combattere il fenomeno. Oggi, quelli
che scappano da famiglie e orfelinat per vivere in strada sono pochi. Ma una volta che un bambino sceglie la strada,
spiega Aloisio, recuperarlo è difficile. “C’è un rapporto di uno a cinque, attraverso
un lavoro costante. Per togliere dalla strada chi ha vissuto da randagio un mese,
ci vogliono cinque mesi. Un anno, cinque anni. Ciò significa che i ragazzi più
grandi sono ormai irrecuperabili”. Come Mircea, appunto.

La situazione sta comunque migliorando, anche perché lo stato ha preso coscienza
di un fenomeno che, con l'entrata nell’Unione Europea, rischiava di peggiorare
l’immagine della Romania. I politici vogliono ripulire le strade, con le buone
e con le cattive. Il comune di Bucarest ha in programma di aprire tre dormitori
per i bambini di strada, ma le organizzazioni che sostengono questi ragazzi non
sono viste di buon occhio. “Qualche giorno fa sono stato ripreso dal sindaco del
settore 4 – dice Aloisio – perché la sera precedente, mentre passeggiava con alcuni
parlamentari, si è trovato davanti alcuni ragazzi di strada che bazzicavano davanti
al nostro centro”. In estate, quando i ragazzini vivono all’aperto, la polizia
ha iniziato anche a sigillare i tombini dove si rifugiano in inverno. “Tanto poi
li riapriamo”, dice con sorriso di sfida uno del gruppo di Costin Giorgeanu. I
poliziotti non hanno in simpatia questi ragazzini perché sono dei piccoli delinquenti,
che creano problemi anche a chi li aiuta. Una notte un gruppetto di ragazzini
fatti di Aurolac è riuscito ad entrare nel centro di Parada, causando non pochi
danni. La polizia tollera i randagi fino a un certo punto, ma ogni tanto trova
pretesti per incastrarli, o solo per render loro la vita difficile.


RANDAGI EUROPEI P6054155Una sera, mentre gli operatori di Parada effettuano il giro dei vari gruppetti
di strada per portar loro del cibo, alla stazione della metropolitana di Dristor
due agenti arrivano e chiedono a tutti i documenti, che molti ragazzi di strada
non hanno. E’ un pretesto. Semplicemente, non vogliono che i randagi siano aiutati.
“Se continuate a farlo, loro continuano a stare in strada, non lavorano e rubano”,
dice un agente a quelli di Parada. Agli operatori sociali non resta che andarsene.
“Se non lo facciamo, ci danno la multa perché dicono che non abbiamo il permesso”,
ammette sconsolato uno di loro. Prima che il convoglio riparta, un bambino di
8 anni di nome Elvis abbraccia Chiara, una volontaria della Caritas Ambrosiana
che dà una mano anche a “Sfanta Macrina”. L’ha riconosciuta perché ricorda di
averla incontrata là qualche volta. Sembra quel che dovrebbe essere, un bambino
come tutti gli altri. Solo il giorno prima, sempre a Dristor, alle sei di sera
Elvis era strafatto di Aurolac, e aspirava dal suo sacchetto davanti alla macchina
fotografica.

Che fine faranno quelli come lui? Toglierlo dalla strada è già difficile ora,
figuriamoci tra qualche anno. Ma ciò non vuol dire che i “veterani” non provino
a uscirne. Un esempio viene da Emil e Maria, 28 anni lui, 25 lei. Si conoscono
da 13 anni, vivono in strada da ancor prima. Maria è già stata sposata con un
altro randagio, da cui ha avuto due bambini. Intanto Emil è stato in prigione
per tre anni. Quando è uscito, in carcere c’è finito il marito di Maria, e lei
si è rifugiata da Emil. Ora i due hanno avuto il loro primo bambino, Alexandru
Constantin, che però non può uscire dal reparto maternità, perché Emil non ha
nessun documento di identità. Per l’anagrafe non esiste. Ma Emil non si dà per
vinto: lavora in nero, vuole recuperare i suoi documenti nella sua vecchia casa,
ha già trovato un tizio che affitterebbe un appartamento per la sua nuova famigliola.
“E’ il mio primo bambino e mi piange il cuore vederlo lì e non poterlo avere con
me. Ora, vorrei una vita normale”.

Alessandro Ursic

IERI SERA HO VISTO UN SERVIZIO. MAMMA MIA... POVERI BAMBINI.
SONO VERAMENTE CONCIATI MALE. MA IO DICO... SONO ANNI CHE ESISTONO... PERCHE' CAZZO NESSUNO FA NIENTE?
MA COME E' POSSIBILE STARE LI A LITIGARE PER STUPIDAGGINI, QUANDO C'E' ANCORA CHI VIVE COSI'? MA DIO CRISTO... SEMBRA UN FOTTUTO FILM STO MONDO.

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MessaggioTitolo: Re: RANDAGI EUROPEI   RANDAGI EUROPEI Icon_minitimeGio Dic 23, 2010 5:45 pm

Io ho letto il libro "I bambini delle fogne di Bucarest" e poi ho guardato il film "Parada". Purtroppo alla miseria si aggiunge pure la vigliaccheria di quelle teste malate dei pedofili. C'è molto turismo lì... proprio perchè quei bambini sono disposti a tutto per qualche monetina. Vivendo da piccoli in quella merda, crescono con quella mentalità per la quale fare un pompino per strada ad un uomo, che gli ha aperto appena lo sportello posteriore del taxi, mentre l'autista aspetta tranquillamente, è una cosa normalissima.
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