Viene ripetuto un numero oggi al
Cern di Ginevra, dove si è appena conclusa l’attesa conferenza sugli ultimi dati che potrebbero riguardare il famigerato
bosone di Higgs. Il numero è 125 e si tratta di gigaelettronvolt,
ovvero l’unità di misura dell’energia che in fisica delle particelle
viene anche usata per indicare la massa (per la relazione E = mc
2). Ebbene, sia
Atlas sia
Cms, due degli esperimenti in corso all’
Lhc, hanno trovato possibili prove della particella predetta dal
Modello Standard intorno a questo valore (che ricade nel range dei
valori possibili per questa particella, cioè non ancora esclusi da
precedenti esperimenti) e che equivale a circa 130 volte la massa di un
protone.
Si tratta di osservazioni indirette, ovvero di tracce. Cosa significa? Dal momento che non è possibile osservare questo
bosone (perché, se esiste, decade molto in fretta, ovvero si
trasforma in altre particelle), i fisici guardano ai segni che potrebbe
lasciare. Semplificando: i ricercatori si aspettano di registrare, per
esempio, 100 eventi di decadimento in corrispondenza di una certa
energia e invece ne osservano 120; bene, quell’eccesso potrebbe essere
indicativo della presenza di una particella mai rilevata prima, che si
forma e subito scompare, lasciandosi alle spalle altre particelle note e
più stabili. Poiché (e questo è il punto), l’energia a cui si sono
osservati gli eventi in eccesso è compatibile con quella che potrebbe
avere l’
Higgs, abbiamo in mano il primo straccio di prova che questa particella potrebbe davvero esistere.
Al Cern hanno preso la parola prima
Fabiola Gianotti, poi
Guido Tonelli - entrambi dell’Istituto nazionale di fisica
nucleare e a capo rispettivamente delle due collaborazioni Atlas e Cms -
e hanno presentato questi risultati, ottenuti indipendentemente (quindi
ancora più interessanti). Entrambi hanno osservato un eccesso di eventi
- cioè più decadimenti - rispetto a quelli attesi proprio tra 124 e 126
gigaelectronvolt (in particolare, Atlas ha registrato l'intervallo di
non esclusione tra 116-130 GeV, e Cms tra 115-127 GeV).
La teoria del
Modello Standard, avanzata nel 1960, ha previsto l’Higgs per
spiegare la massa di tutto ciò che ci circonda. Non indica, però, quale
massa ed energia dovrebbe avere proprio tale particella. I fisici, in
anni di esperimenti, hanno ristretto il campo di valori in cui cercare.
In particolare, presso l’Lhc fanno scontrare fasci di protoni nella
speranza di crearla e poi rilevarla.
I dati ottenuti finora sono molti, ma non ancora sufficienti per parlare di una scoperta, come d’altra parte era stato
preannunciato dal
Cern.
O, meglio, non bastano ad escludere che quell’eccesso osservato sia
dovuto solo al caso: una semplice fluttuazione statistica, come la
definiscono i fisici.
Quello che di sicuro si può dire è che non si può “
escludere la presenza del bosone di Higgs del Modello Standard tra i
115 e 127 GeV, a causa di un modesto eccesso di eventi in questa regione
di massa, che in modo abbastanza coerente appare in cinque canali (modi di decadimento, ndr)
indipendenti”, per dirlo con le parole di Tonelli.
“
Sono risultati fantastici”, ha commentato direttore generale
Rolf-Dieter Heuer: “
ma tenete sempre presente che si tratta di risultati preliminari”. Sembra però, che non dovremo aspettare a lungo, almeno stando a quello che ha detto Gianotti: “
Prevediamo che il puzzle sarà risolto nel corso del 2012”.FONTE: WIRED.IT