Il 19 ottobre le autorità russe hanno dato il via alle investigazioni contro il più grande spammatore della Rete. Risponde al nome di Igor Gusev, ha 31 anni, e la sua centrale operativa era un sito dal nome alquanto sospetto:
SpamIt.com. Il suo sistema (da oltre 40 miliardi di mail al giorno) era semplice: assumeva cracker affinché spammassero annunci di prodotti farmaceutici, come Viagra e simili.
Sfuggito all’arresto, Gusev era già noto alle autorità di tutto il mondo per i suoi traffici. L’organizzazione no profit per il controllo dello spam
Spamhaus considerava SpamIt.com come il più grande spammatore del pianeta, responsabile di circa un quinto del traffico di spam mondiale. Non poco se si pensa che il 90% delle mail inviate ogni giorno contiene
spam, un volume pari a 200 miliardi di messaggi.
La
Russia, il più grande esportatore di spam, è da sempre indulgente verso il cybercrimine e il motivo è semplice: le azioni illegali partono dal suo territorio ma attaccano principalmente i computer statunitensi ed europei. Fino a poco tempo fa le autorità non avevano motivo di interrompere questo traffico illegale e altamente remunerativo, poi qualcosa è cambiato e la chiusura di SpamIt.com ne è la prova.
Questa inversione di tendenza così repentina ha le sue origini nel giugno 2010, quando il presidente russo Medvedev incontra una delegazione della Silicon Valley per concludere nuovi accordi commerciali. I Californiani hanno chiesto garanzie e la nazione dove siti pornografici e illegali hanno sempre prosperato ha dovuto
cambiarsi d’abito. Non a caso la chiusura di SpamIt.com è avvenuta giusto due settimane prima del 10 ottobre, quando la delegazione americana, guidata da
Arnold Schwarzenegger, ha ricambiato la visita al presidente.
Fin qui la storia assume una tinta noir e ha un lieto fine, ma mostra anche un risvolto ben più tragico. Secondo l’edizione russa del Newsweek, Gusev usava gli stessi server da cui era partito l’attacco informatico che aveva
messo in ginocchio la rete telematica georgiana nel 2008. Cracker russi avevano bloccato i siti di istituzioni, forze dell’ordine, giornali e banche per piegare Tbilisi nella guerra contro Mosca. A dimostrazione che il cybercrimine è più tangibile di quanto si pensi.
Tratto da: WIRED.IT